- 6 Maggio 2018
- in News
- by SuperLinda
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È l’unico settore, a guardare i dati degli ultimi 5 anni, in cui l’infrazione non passa di moda. E in attesa di conoscere i numeri del 2015, la cronaca continua a sfornare casi di ristoranti sanzionati a causa di irregolarità strutturali, scarsa igiene, mancato rispetto della normativa Haccp, cibi scaduti. I dati complessivi dello scorso anno, d’altronde, non lasciavano spazio a dubbi: tra carabinieri e servizi ispettivi delle aziende sanitarie, nel 30% dei controlli sono state rilevate irregolarità. Oltre 32mila su 105mila ispezioni, considerando sia la ristorazione collettiva che quella pubblica, ma con la seconda a farla da padrone. Ancora, 5mila persone segnalate e sequestri, nel caso dei carabinieri, per quasi 90 milioni di euro. E le proiezioni sul 2015 non sembrano incoraggianti.
Sono questi gli alimenti più sequestrati nei controlli, e l’ultimo bimestre dell’anno non farà eccezione: le sanzioni riguardano anche carenze strutturali, ma è la scarsa condizione degli alimenti ad attirare gli strali più pesanti. Come quella elevata di recente a un ristorante cinese di Torre del Greco, con relativo sequestro di oltre un quintale di prodotti; i tre locali di Pisa sanzionati per pesce irregolare, e altrettanti nel Riminese, dove l’operazione ha permesso ai carabinieri di sequestrare ben 8 quintali di prodotti ittici sotto misura o mal conservati. E nei ristoranti romani stavano per finire le sei tonnellate di carne bloccate in un deposito di Centocelle, scadute anche da 7 anni. Cibi pericolosi, pronti a finire nei piatti della clientela.
Per numero e minuziosità dei controlli, sono stati nel 2014 i servizi ispettivi delle Asl a passare al setaccio il maggior numero dei locali, riscontrando un numero di infrazioni alle norme igienico sanitario per i ristoranti il cui trend, recita la scarna analisi finale del Ministero della Salute, è l’unico a non calare. I Sian, servizi igiene degli alimenti e nutrizione, e i servizi veterinari dei dipartimenti di prevenzione delle varie aziende sparse su tutto il territorio nazionale hanno controllato nel 2014 ben 287.823 realtà, delle quali 50.720, ossia il 17,6%, hanno mostrato irregolarità durante le ispezioni.
Non solo ristorazione, ovviamente, ma anche produttori, confezionatori, trasportatori, ma il numero dei controlli in ristoranti pubblici, 73.945, e mense, 18.715, è preponderante. Ebbene, le percentuali più elevate di irregolarità sono state riscontrate proprio nella ristorazione (29,2%).
In particolare, le più alte riguardano l’igiene generale e quella del personale, delle strutture e dell’Haccp: in 32 mila locali sono state riscontrate violazioni di questo tipo. Dall’analisi dei numeri emerge che se i controlli sono in calo (nel 2013 erano stati quasi 330mila), non lo sono in percentuale le infrazioni e in particolare quelle nel settore della ristorazione: questo è l’unico in cui il trend, ricavato dal rapporto tra infrazioni e locali registrati, è in ascesa. Va da sé il numero dei provvedimenti: 33.468 amministrativi e 284 notizie di reato nella ristorazione pubblica, contro, rispettivamente, 5.293 e 59 in quella collettiva. Impietose anche le analisi di laboratorio: se il totale generale dei campioni irregolari è del 2,3%, lo stesso della ristorazione collettiva, nel caso dei locali pubblici si sale al 5%.
Analoghi ma di altro spessore quantitativo i risultati che lo scorso anno avevano ottenuto i Nas, il nucleo dei carabinieri dedicato all’antisofisticazione e alla sanità. Da evidenziare, in particolare, il valore economico dei prodotti alimentari sequestrati in un anno: oltre 87 milioni, quasi il 20% del totale. Preponderante è anche in questo caso la percentuale di controlli nel settore della ristorazione, oltre il 30%, così come quella delle irregolarità: nel 41% dei controlli sono state riscontrate delle situazioni di non conformità. Il tutto ha prodotto multe per oltre 6 milioni di euro, oltre alle tonnellate di prodotti sequestrati tra ristoranti, pizzerie, mense, con 8.460 sanzioni elevate, 5.058 denunciati e un arresto, una puericultrice in una mensa scolastica di Milano a causa di maltrattamenti.
L’ultima frontiera dei controlli, che probabilmente arricchirà la prossima tornata di statistiche, è costituita dagli home restaurant. Sollecitati anche dagli appelli di alcune organizzazioni di categoria, i Nas hanno cominciato a visitare le strutture, sia per monitorarle che per cominciare a dar un giro di vite alle regole. Ne sono scaturite già di verse sanzioni, come quella a un’attività abruzzese per un totale di 10 mila euro, quella di 3mila euro in centro a Torino e diverse in territorio romagnolo. Per arrivare alle strutture, per il momento i carabinieri fanno riferimento solo ai siti internet, in assenza di un registro e di una regolamentazione del settore.
Fonte: https://www.ilgiornaledelcibo.it/norme-igienico-sanitarie-ristoranti-multe-e-arresti/